Epoca
“Epoca” festeggia il trentennio di carriera iniziata da quel suo primo festival di Sanremo del 1987 proprio nei giorni di uscita.
Un album che vuole collegare tradizione e futuro della nostra canzone e in cui Mariella scrive, interpreta, suona, arrangia, circondandosi dei suoi più affezionati musicisti.
Compone in vario stile, alla luce di quella musica con la quale sente di essersi formata, richiamando tutta quella ricchezza che ascoltava nella sua adolescenza, musica come lei dice che era diversa, piena, ispirata, scritta con cognizione di causa e ricercatezza di armonie e di testi, di quella che oggi è sempre più rara da trovare.
Così troviamo riferimenti alla musica cantautorale degli anni settanta come in “Lo scontrino”, brano che ci riporta al De Andrè più popolare, ma anche a quella che faceva sognare o ballare in quegli anni, il tutto senza perdere mai di vista l’attualità, così cara alla sua penna.
Scorrono pagine come “La città dei Giusti”, dedicata ai cittadini di “Campagna” per avere salvato, ai tempi della seconda guerra mondiale, molti ebrei rinchiusi in un campo di concentramento allestito nel loro convento.
“Bellissimo”, dove, senza cadere mai in retorica, Mariella tocca delicatamente e sapientemente il tema dei bambini siriani in fuga dalla guerra con una sorta di ostinato/favola che tocca il cuore.
E ancora la sua ironia in “Ogni artista ha un cappello”, un sorridente autocritico profilo dell’essere artista, o in “Bravissimi tutti” in cui prende di mira demagogia e populismo nel loro rischioso riaffacciarsi con conseguenze di chiusure e muri già vissuti.
“Cielo rosso”, dedicato alla sua Taranto e alla forza della sua gente che resiste, che non cede neanche “sotto tortura”, ma che vuole e merita ancora vita.
“La ferita”, per tutti quei sentimenti da poter oggi barattare e buttare via con troppa facilità.
Non mancano le sue speciali canzoni d’amore con “E non ci lasceremo più”, “Pensa l’emozione” di bel richiamo “battistiano” o ancora la suggestiva dedica di ogni innamorato “Ho bisogno di te”.
“Epoca” è il brano che da il titolo all’intero album.
Il brano è una riflessione sulla nostra totale consegna al mondo virtuale senza che ne abbiamo però percezione.
Non facciamo più nulla senza fotografare, filmare, inviare, postare, condividere, spinti dalla frenesia di “pubblicare” e rendere visibili le nostre vite, con velleità di diventare a tutti i costi protagonisti di non si sa bene quale scena.
Spesso si vìola inutilmente la privacy non solo nostra, ma anche dei nostri cari, degli amici, degli anziani, dei bambini, usando le loro immagini senza poterne avere il loro consenso.
Un accenno anche a chi si cela nell’anonimato o falso profilo in una nuova forma di bullismo per offendere o ferire, creare provocazioni e diffondere pericolose forme di violenza, intolleranza e altro ancora.
Con l’illusione di sentirci più vicini e collegati, ce ne stiamo in realtà più lontani, svuotando le nostre vite di rapporti veri, di sapori, di odori, di stelle, di cielo verso cui alzare sempre meno la testa piegata sugli schermi e sugli smartphone, ci svuotiamo di carezze e attenzioni reali, di un “sì” vicino, dato a voce, di occhi che si incrociano, di “quel tocco” per “essere”.
Un lavoro registrato tra il 2014 e il 2016 in cui poter trovare davvero tanta intensità e qualità come la Nava ci ha abituato da sempre.
2017
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- Epoca
- Lo scontrino (Un’Arte)
- Pensa l’emozione
- Bravissimi tutti
- Ho bisogno di te
- Ogni artista ha un cappello
- La ferita
- Prima di noi due
- Bellissimo
- Il nostro correre
- Cielo rosso
- E non ci lasceremo più
- La città dei Giusti